L’Ecopsicologia/Karma-yoga (servizio) Karma-yoga (servizio)Il termine karma-yoga significa la Via verso l’Unione con Dio tramite il servizio a Dio. Che cosa significa il servizio a Dio? Per la maggioranza dei credenti che si considerano di essere cristiani la preghiera è una richiesta di qualche cosa da Dio. E, in questo, loro vedono… il proprio dovere, il loro… “servizio” a Dio, anche se è paradossale… Ma Dio non ha bisogno delle nostre richieste! Lui non le ascolta! Altrimenti le Sue “orecchie si appassiscono” ascoltando tutte queste stupidaggini inventate dalla gente con le quali essa si rivolge a Lui come al loro servo, che dovrebbe dare o questo o quello. Lui ha bisogno dei nostri sforzi d’autoperfezionamento e dell’aiuto in questo agli altri. A Lui serve la nostra partecipazione — di ognuno di noi — nella Sua Evoluzione! Ma non passiva attesa delle “beneficenze” dal Cielo… L’aiuto all’altra gente su questa Via è proprio il servizio a Dio! Di questo Lui da Solo ha dichiarato tramite Babaji e Sathya Sai Baba; allo stesso tema, anche l’apostolo Paolo, ha dedicato tante belle parole [10,18]. Ma tale aiuto non bisogna intenderlo in senso stretto: non soltanto come conduzione di lezioni religiose, come scrittura della letteratura specifica ecc. No: perché la gente — per vivere pienamente sulla Terra, evolvendo, — ha bisogno dell’abitazione, del cibo, del vestiario, del calore, trasporto, sicurezza, assistenza medica, istruzione e tanto, tanto altro. Per questo il karma-yoga è un aiuto alla gente nel bene. La caratteristica più importante del karma-yoga è il motivo giusto dell’azione: con altre parole, le azioni devono essere fatte, non per profitto o ricompensa, come ad esempio lo stipendio. Le azioni devono essere fatte per l’aiuto agli altri, come l’atto di regalare. Questo non significa che il lavoro è gratuito. Ma questo è a cura di coloro che stiamo aiutando e di Dio, prendersi cura, in tale caso, della vita materiale di chi sta regalando. Con altre parole “fare i conti” fra la gente degna, che si aiuta fra sé, è uno scambio di doni. Le spiegazioni necessarie della “teoria dei doni” (o la “teoria del regalare”) sono state esposte da Dio nel capitolo 17 di Bhagavad Gita [10,18]. La cosa più importante è che soltanto i doni che si regalano alla persona degna, nel momento opportuno e nel posto opportuno, Dio li considera come i doni sattvici, veri e puri. In tale modo la definizione completa e breve del “karma-yoga” è “l’aiuto senza profitto a tutti i degni nel bene”. È molto importante sottolineare che l’uomo si sviluppa in modo corretto, non tramite il parassitismo e le richieste, non tramite la ripetizione continua delle preghiere e dei movimenti del corpo secondo le tradizioni religiose — ma tramite il lavoro creativo, l’amore verso le altre creature che stanno evolvendosi, che si manifesta tramite le attività per il loro bene. Sathya Sai Baba con l’esempio molto pratico spiega l’idea del karma-yoga. Lui dice: se voi siete membri della stessa famiglia, non chiedete la paga al capo della famiglia per ogni faccenda domestica: per i soldi lavorano soltanto gli estranei, ma non i propri familiari. Cosi anche voi, se considerate Dio come vostro Padre — allora non dovete fare i conti con Lui, al contrario dovete realizzare le Sue Idee nei Suoi interessi, per Lui, per l’Evoluzione, ma non per voi personalmente [10]. Proprio sullo sfondo di tale attività Dio ci aiuta a sviluppare noi stessi nel modo intellettuale, nell’amore e nella forza.
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